Dott.ssa Patrizia
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Perrone

Psicologa / Psicoterapeuta

SU DI ME

Psicologa clinica, psicoterapeuta sistemico-familiare, ho fatto della mia passione il mio lavoro; da sempre interessata alle differenze, intese nella migliore delle accezioni, cerco di rispettarle e farle mie attraverso il modo di interagire e di accogliere gli altri e le altre. Accoglienza è la parola  che maggiormente rappresenta la mia pratica professionale che permette di venire a contatto con un posto sicuro in cui iniziare a potersi conoscere, accogliere, accettare.

 

“Ciò che conosciamo di noi è solamente una parte, e forse piccolissima, di ciò che siamo a nostra insaputa.” L. Pirandello

 

Negli anni mi sono specializzata, oltre alla terapia individuale, di coppia e familiare, anche nel lavoro clinico con adolescenti e nelle tematiche legate all’incongruenza di genere.

 

Quando, come e perché

 

La richiesta di una psicoterapia per se stessi è solitamente l'esito di un lungo percorso di sofferenza e di riflessione su quella sofferenza. Ci saranno stati tentativi di uscirne attraverso cambiamenti di vita, uso di farmaci, separazioni, viaggi, nuove passioni, cambi di lavoro e così via. Ad un certo punto si sente di non farcela da soli: si ha bisogno di aiuto e si incomincia ad intuire una propria importante responsabilità nel contribuire al permanere del malessere. Nello stesso tempo si è capaci di reagire al pessimismo, al disfattismo: la nascita di una speranza. Sono tre passi fondamentali:

- arrivare a chiedere aiuto,

- accettare di essere responsabili della propria vita,

- far crescere dentro di sé una speranza,

che spesso hanno richiesto un lunghissimo percorso per vincere la negazione del problema, l'onnipotenza di voler farcela da soli, il vittimismo di attribuire ad "altro da sé" la responsabilità del disagio, per uscire dal senso di impotenza.

SERVIZI

TERAPIA DI COPPIA

La terapia di coppia si rivela essere un ottimo strumento di aiuto quando uno solo, o entrambi i partner, vivono un malessere duraturo. È utile soprattutto per chi si sente sotto lo scacco di dinamiche ripetitive che alimentano incomprensioni e creano un circolo vizioso di frustrazione, fino a determinare un calo del desiderio.

Se le emozioni travolgenti dell’inizio sfumano, si fa strada una valutazione più oggettiva delle caratteristiche del partner. Questo passaggio, a volte, sfocia in una delusione delle aspettative.

Molteplici sono i fattori che generano una crisi di coppia:

i fattori esterni, percepiti come incontrollabili e causa di insicurezza, possono essere individuati nei cambiamenti di vita, negativi e positivi, che impattano sull’equilibrio della coppia: un lutto o la cura di un bambino appena nato, la perdita di un lavoro, una malattia, delle catastrofi naturali;

i fattori interni quali l’uscita dalla famiglia d’origine e il relativo bagaglio familiare (idee, valori, abitudini) che può essere un ostacolo alla definizione del nuovo nucleo familiare.

L’obiettivo clinico della psicoterapia è quello di creare le basi di un nuovo dialogo per aiutare la coppia a riscoprire la centralità del proprio legame. Questo avviene prendendo coscienza dei conflitti e delle sofferenze che hanno messo alla prova o logorato la propria relazione, a cui segue la volontà comune di fare un passo oltre e ritrovare una complicità per affrontare esperienze di cambiamento, difficoltà o sofferenza.

TERAPIA FAMILIARE

Il fine della psicoterapia familiare è risolvere il malessere familiare, anche se il motivo per cui spesso viene richiesta è il disagio psicologico che viene manifestato attraverso dei sintomi da uno dei figli.
In realtà quest’ultimo si assumerebbe l’onere di mostrare agli altri membri che il malessere che prova, viene sentito in modo diverso anche gli altri. È inevitabile che quando una persona sperimenta un disagio (comportamentale, psicologico, o psicosomatico) soprattutto se parliamo di figli, bambini o adolescenti, anche il resto della famiglia sarà colpita da questa sofferenza. Il compito del terapeuta familiare è guidare la famiglia all’ascolto reciproco, al riconoscimento delle dinamiche disfunzionali e al cambiamento di un nuovo assetto familiare che libera i membri dai ruoli rigidi e dai blocchi comunicativi per ristabilire un benessere familiare e individuale. Se la sofferenza viene accolta, dandogli un significato in cui tutta la famiglia si riconosce, il cambiamento non viene più visto come un attacco alla struttura familiare ma come un’opportunità per i membri di sperimentarsi con dei ruoli più flessibili nella relazione

ADOLESCENZA

L’adolescenza è una fase delicata del ciclo di vita che richiede specifici approcci, sia diagnostici che terapeutici, che siano utili ed efficaci a sostenere e guidare il paziente nella sua crescita, per aiutarlo a riprendere il percorso verso il futuro. Sono diverse le manifestazioni sintomatologiche attraverso cui l’adolescente può manifestare il suo disagio. Tra le più comuni attualmente possiamo trovare l’aggressività, l’ansia, la depressione, i disturbi del comportamento alimentare, i  gesti autolesivi, fino ad arrivare al suicidio.

 Bisogna tener presente che il sintomo svolge una duplice funzione. Infatti, “da un lato segnala il disagio, comunica il dolore, la profonda sofferenza individuale”, dall’altro “il sintomo rappresenta la personalissima modalità di autosomministrarsi una prima forma di cura, un’automedicazione urgente, messa in atto per mitigare un dolore mentale insopportabile L’ intervento terapeutico ha l’obiettivo di sostenere un riadattamento efficiente nel rapporto tra compiti e contesto di crescita, per favorire l’uscita dalla situazione di stallo e la ripresa evolutiva. Per fare ciò è necessario promuovere un cambiamento, non solo nel giovane paziente, ma anche nel suo contesto di crescita, coinvolgendo anche i genitori ed eventualmente anche altre figure significative.

INCONGRUENZA DI GENERE

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